Dopo l’approvazione del Ministro del Welfare, della Salute e del Lavoro giapponese i nuovi “vaccini” autoreplicanti hanno avuto l’ok anche dall’Ema (Agenzia Europea del Farmaco) e a breve saranno disponibili in tutti gli Stati membri.
Ma che cosa sono i vaccini autoreplicanti?
La tecnologia saRNA permette alle cellule di fabbricare lo stesso vaccino al proprio interno e replicarsi, proprio come farebbe una stampante biologica. Infatti, uno dei tanti punti negativi del vaccino che abbiamo sperimentato contro il Covid19, cioè quello a mRNA, risulta essere particolarmente instabile, pertanto rimane nell’organismo per pochissimo tempo e la sua efficacia si riduce velocemente. Questa nuova generazione di “vaccini” invece, ricevono istruzioni per replicare l’RNA consentendo di “ristampare le cellule con all’interno la proteina Spike; questa nuova generazione di “vaccini” dovrebbe assicurare una maggiore stabilità e, di conseguenza, un’immunità più prolungata.
Naturalmente la notizia ha destato molta preoccupazione non solo da parte di quelle istituzioni ritenute indipendenti, ma anche da molti policlinici dello stesso Giappone che, ricordiamo, è stato il primo Paese ad approvarli. Infatti il Jurnal of Clinical of Neuro-science ha pubblicato di recente uno studio realizzato da vari reparti di neurochirurgia di diversi ospedali giapponesi in cui sono stati sottoposti ad autopsia molti pazienti colpiti da ictus emorragico nel 2023 e nel 2024 ed è emerso che sono stati ritrovati residui della proteina Spike da vaccino a mRna nel 43% dei casi. “Se ci sono molte perplessità già con la precedente generazione di vaccini con la nuova tecnologia auto-replicante delle cellule potrebbe esporci a rischi che non conosciamo?” Ecco questa è la domanda che molti studiosi indipendenti hanno posto alle autorità.
Anche la Commissione Medico Scientifica Indipendente italiana (Cmsi) ha espresso molte perplessità e si è appellata al governo affinché intervenga prima che sia troppo tardi.
Infatti il governo ha tempo fino al prossimo 23 aprile dopodiché non potrà più presentare opposizione.
A nostro avviso il problema non è dato dall’innovazione dei farmaci (la scienza infatti è sempre avanzata attraverso procedure innovative e rischiose), ma dal fatto che la scienza è stata lasciata in mano ai privati i quali tengono sotto scacco gli interventi legati alla prudenza e al “Non nuocere” del codice deontologico dei medici. Come ben si sa, le aziende private, (come tra l’altro è giusto che sia), antepongono l’utile di esercizio al benessere della collettività anche perché , come la storia insegna, spesso, se il tornaconto è di grande interesse, “chi dirige i giochi” se ne infischia della salute della gente.
Antimo Pappadia