Dom. Dic 8th, 2024

Siamo arrivati alle conclusioni del nostro lavoro. Il presente è il terzo articolo di una triade dedicata al padre della psicanalisi. I pezzi sono stati pubblicati in questa rubrica nei precedenti numeri esattamente l’1 febbraio, il 15 e l’1 dicembre. Ci resta solo chiarire che tutto il lavoro è servito per comprendere come Freud ha costruito le basi per indicarci la strada che va in direzione della cura, iniziando da un passo decisivo compiuto nel 1897 cambiando la sua tecnica passando all’associazione diretta a partire dal sintomo con la libera associazione. Invita i suoi analizzanti a a dire quello che gli viene senza scartare, astenendosi a partire da qualcosa che e conscio. È il momento in cui si enuncia la regola fondamentale dell’analisi. Non si tratta più di occuparsi dei sintomi presi uno a uno separatamente.

E qui che interviene il passaggio definitivo dalla posizione di medico a quello di psicanalista. L’avvento di una nuova tecnica dell’associazione libera e della posizione dell’analista al di fuori della vita del paziente era stato preceduto dal passaggio della posizione del trauma alla teoria del fantasma come fondamento del sintomo. Il nucleo patogeno non è piu la sede del ricordo di un evento reale, ma piuttosto la sede di un fantasma che sta alla bese del sintomo. All’inizio il fantasma è ancora connesso alla seduzione paterna, ma dopo poco tempo sentiamo vacillare la convinzione di Freud rispetto a tale connessione. Nel 1897 si arrende alla constatazione che la teoria della seduzione da parte del padre è un suo fantasma.

La finalità della cura psicoanalitica cambia. E la tecnica si modifica di conseguenza. Si tratta ora di intendere, nel dire dell’analizzante quale sia il desiderio, sempre inconscio, e il fantasma che lo sostiene. L’interpretazione del sintomo dipende dall’identificazione del fantasma, che avviene decifrando il sintomo. Comincia cosi a profilarsi la natura edipica del fantasma. E la difesa va contro la libido che si assicura un posto nell’inconscio e il sintomo appare come un compromesso tra fantasma e rimozione e il compromesso derivante tra l’Io e il rimosso. Inoltre il sintomo ha un senso vale a dire ha un messaggio cifrato rivolto all’Altro, un messaggio che ha a che fare con la questione sessuale che dipende da un godimento sessuale traumatizzante (si vede il godimento del “fapipi”del piccolo Hans, 1908). Al posto di questa simbolizzazione impossibile si inscrive una traccia sessuale si inscrive una traccia, a cui Lacan nel 1957 darà il nome di significante enigmatico del trauma sessuale

Nel 1925 in Inibizione e sintomo d’angoscia, Freud affermerà che il sintomo è il risultato del processo di rimozione e funzione come segno e sostituto di un soddisfacimento pulsionale che non ha avuto luogo.

Dopo il 1920, con la seconda topica e con “al di là del principio di piacere”, Freud cambia la sua concezione delle ripetizione, che situa ora come la di la del principio di piacere, associandola a un principio di godimento in cui la pulsione di morte domina il sintomo, e quindi quest’ultimo subisce le conseguenze di questa nuova concezione: la ripetizione diventa godimento e cioè, un soddisfacimento inconscio sentita dal soggetto come sofferenza, che ripetendosi a sua insaputa si percepisce come dispiacere. In questa ottica il sintomo oltre a essere un dispositivo di sostituzione per la realizzazione del soddisfacimento della pulsione parziale a cui il soggetto deve rinunciare, diventa un misto di verità e godimento. masochistico.

 

Alessandro Nenna

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