Ven. Apr 26th, 2024

Questo breve articolo sul “voto inutile” coinvolge inevitabilmente i recenti risultati elettorali, soprattutto per quanto riguarda il Parlamento Europeo. Ma l’intento è più generale: si vogliono riassumere i motivi per cui il voto ad alcuni Partiti venga considerato tendenzialmente inutile.

Si potrebbe inoltre esplorare i motivi per cui, secondo molti cittadini italiani ed europei, sia inutile il voto a qualsiasi Partito, ma ciò coinvolgerebbe una discussione del concetto di Democrazia, che ci porterebbe lontano.      

 Non esiste alcun motivo di principio per giudicare “inutile” l’espressione di una preferenza politica. Anche i Partiti attualmente minimi-e-improbabili potrebbero manifestare in futuro una progettualità più riconoscibile e apprezzabile. E Partiti attualmente esagerati, o semplicemente bizzarri, potrebbero rivelarsi in futuro apertamente dannosi … ma l’ “inutilità” è un’altra cosa rispetto alla “dannosità”!

L’asserita “inutilità” è pertanto d’ordine fattuale: esistono Partiti poco adatti ai Sistemi Politici ed Elettorali basati sulle alleanze e/o sugli “sbarramenti” (il fatidico 4%, superato solamente da Lega, Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Forza Italia, Fratelli d’Italia).

Si può infine correre “contro qualcuno”: per correre “contro Salvini”, il PD appariva sicuramente più attrezzato di partitini come Sinistra Italiana, Europa Verde, o +Europa.

E’ anche vero, però, che la convergenza verso il PD ha determinato una discreta performance di questi ultimi, ma, d’altra parte, lo spreco del 7,5% di voti raggiunti complessivamente dalle tre liste minori … voti che “contro Salvini” sarebbero stati invece utilissimi!

(Ciò ammettendo solo ipoteticamente che “correre contro qualcuno” sia una strategia: se può interessare, io non la penso affatto così.)

E comunque, Sinistra Italiana ed Europa Verde ci hanno messo del proprio, in modo tragicomico: presentandosi insieme (obiettivo niente affatto difficoltoso) avrebbero superato il 4%, anche se di poco.

I risultati elettorali sono stati molto diversi da Paese a Paese: non c’è stata insomma un’ “onda lunga”, o un “contagio collettivo”, che portasse verso una direzione prevalente, chiaramente riconoscibile.

Questa direzione la si è voluta riconoscere da più parti e da più commentarori nel fatto che i cosiddetti “Partiti Sovranisti”, benché abbiano avuto un buon successo, non hanno tuttavia strappato il Parlamento Europeo a Popolari e Socialdemocratici. (Ma che discorso è? Che direzione sarebbe? Conservatori-Popolari e Socialdemocratici si sono sempre presentati come reciprocamente alternativi … https://www.youtube.com/watch?v=_D5DAEaJSGE … e adesso veniamo a sapere che sono invece più o meno la stessa cosa, in quanto differenti dai Sovranisti? Mah!

Il fatto è che all’interno di un Sistema Politico Mondiale egemonizzato dalla Finanza, nonché basato sulla sudditanza dell’Europa alla Finanza stessa e agli USA (è l’essere agganciati a questa grande “locomotiva” che determina la “ripresa”, non certo il modestissimo rilancio dei consumi ottenibile grazie agli 80 euro – PD -, al Reddito di Cittadinanza- M5S -, o alla Flat Tax – Lega -), gli “estremismi” non sono “tecnicamente” possibili: chi venisse giudicato “anti-sistema” verrebbe immediatamente dissuaso attraverso lo Spread, o altri effetti economici similari e connessi.

I Parlamenti, europeo e nazionali, valorizzano il “riformismo”, ovvero ciò che viene normalmente espresso da Conservatori, Popolari, Liberali e Socialdemocratici (eventualmente dai Verdi, se si moderano, e resistono alla tentazione di rovinare i meccanismi della macroeconomia).

Possono svolgere un ruolo duraturo, insomma, solo i Partiti Conservatori-Popolari, o di Destra (Lega e Fratelli D’Italia), Liberali, o di Centro (PD, Bonino e Forza Italia) e Socialdemocratici, o di Sinistra moderata (M5S e “cespugli” a sinistra del PD, inclusi i Verdi), che poi sono, non a caso, quelli che hanno superato lo sbarramento, o si sono quantomeno avvicinati al 4%. Anche l’ungherese Orban, addirittura demonizzato in Italia per rilanciare la polemica interna, ma evidentemente apprezzato nel suo Paese, è comunque un popolare, almeno per ora!

Chiaramente la schematizzazione di cui sopra è una mia interpretazione. Né il PD, né Forza Italia, si definirebbero Liberali, e, soprattutto, ammetterebbero di stare nella stessa famiglia! (Però Monti ne era convinto, e sicuramente non è l’ultimo arrivato in tema di strategia economica, per quanto lontanissimo dalle mie preferenze e convinzioni.) Ma a questo punto siamo pervenuti, quasi non volendo, al “problema dei problemi”, che non è il “voto inutile”, ma il “voto che evidentemente si vorrebbe fosse inutile” … ovvero qualsiasi voto di massa che non risulti omologato al “mainstream” Conservatore-Popolare, Liberale, Socialdemocratico e Verde moderato.

 

Gianfranco Domizi

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