Sab. Dic 7th, 2024

Stamattina, in seguito al rientro nella mia  terra per le vacanze estive, ho fatto la solita passeggiata con Milo in piena libertà, senza guinzaglio, soprattutto per una mia esigenza: sarebbe stato capace, il buon Milo, di condurmi a casa di mia madre a distanza di un anno dall’ ultima visita?

Confesso che, lungo il tragitto, sono riaffiorate alla memoria antiche reminiscenze scolastiche: Argo è il cane più celebre di tutte le letterature e di tutte le età. Pochi gesti deboli e lenti della bestia estenuata (il drizzare la testa e le orecchie all’ antica voce di Ulisse, riconosciuta con sicurezza dopo venti anni; il dimenare gioiosamente la coda come unica espressione d’amore a lui ormai possibile, e finalmente la morte improvvisa che lo fulmina per l’improvvisa felicità): questa è la grande poesia di Argo. 

Fin qui l’antefatto letterario  da verificare nel presente.

Ebbene, senza esitare un attimo, Milo mi ha condotto a casa di mia madre. In attesa che lo raggiungessi, ha indugiato davanti al cancelletto d’ingresso, per poi richiamare l’attenzione di mia madre con il suo linguaggio naturale: un abbaio lento e dolce. 

Mia madre è ricoverata in una RSA da qualche mese, in preda alla malattia dell’ oblio e della dimenticanza, l’attesa di Milo è stata vana. 

Ho dovuto quasi trascinarlo via da quel luogo a lui familiare. 

Afferma Francesco Adorno:” Intelletto è un termine un po’ complesso. Io l’ho studiato a lungo, proprio per il suo Interesse, anche divertente. Alcuni critici, non tutti, ma alcuni sì, e credo con una certa  ragione,  fanno derivare intelletto da un indoeuropeo nif, che  significa l’attuale “sniffare”, cioè annusare, odorare, far qualche cosa del genere.

In realtà prima ci credevo meno; quando però ho trovato che in Omero, nell”Odissea, nel momento in cui Ulisse torna a Itaca, il primo che lo riconosce è il cane Argo, il quale abbassa le orecchie, come un buon cane che si rispetta, e noèin, riconosce Ulisse con il muso… Io non ho mai visto pensare con il muso: in genere con il muso si annusa. Allora ho detto: questo vuol dire che in quell’epoca c’era ancora una pressione, un lascito del significato arcaico del termine nous. 

Se ci pensiamo bene, il termine annusare, o meglio fiutare, è un termine che  usiamo tutti i giorni: «fiuto un pericolo». Quando io dico che c’è un pericolo vuol dire che ricordo altri segni che implicano una certa risultante. 

L’annusare è un legare tra di loro segni che diventano un disegno, un’organizzazione disegnata, e allora ecco che il nous diventa la capacità di legare mentalmente certi aspetti, e quindi diventa la capacità del logos, del sapere intendere.

Mi sembra una cosa abbastanza facile: il termine intelletto, che in greco è nous, tradotto in latino con  intellectus,  che vuol dire interlego, e quindi ha proprio quel significato. Allo stesso modo la parola intelligenza: un uomo intelligente è un uomo che sa come si legano tra di loro le parole, sa pensare intelligentemente, cioè pensa con mente che sa inter-legare.” 

Non saprei dire se gli animali siano più o meno intelligenti. Sono certo, invece, che grazie al loro nous infallibile sono capaci di ritrovare la giusta via in ogni occasione e di donare amore in senso assoluto e incondizionato. 

Prerogativa che non appartiene al genere umano.

Michele Lagano

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