Sab. Lug 27th, 2024

sogna, ragazzo, sogna,
ti ho lasciato un foglio
sulla scrivania,
manca solo un verso
a quella poesia,
puoi finirla tu.

Questi versi appartengono alla canzone “Sogna ragazzo sogna” di Roberto Vecchioni, uno dei cantautori italiani più importanti. Il testo vuol essere un incitamento ai ragazzi a non arrendersi mai e ad affrontare con coraggio le sfide che la vita ci pone davanti.

Tante sono state le persone che, anche se osteggiate o solamente non ritenute all’altezza, hanno inseguito i loro sogni, raggiungendo traguardi che hanno confermato il loro talento.

Una di queste straordinarie persone è Monica Gori.

La Gori, nata ad Arezzo, è un vero esempio di eccellenza nella ricerca scientifica.

Nel 2004  ha conseguito la laurea in psicologia con lode presso l’Università di Firenze  e nel 2009 il dottorato in Tecnologie Umanoidi presso l’Università di Genova e l’IIT ( Istituto Italiano di Tecnologia).

Durante il suo dottorato ha collaborato con un ambiente multidisciplinare e oggi è responsabile di ricerca presso L’Unità per le Persone con Disabilità Visiva all’IIT  e coordina un gruppo di ricercatori, ingegneri e neuroscienziati, per portare avanti vari progetti per la disabilità infantile.

Affascinata da una tale personalità, ho voluto ascoltare alcune sue interviste su YouTube per cogliere il suo percorso direttamente dalle sue parole.

In una, condotta dalla giornalista Letizia Giangualano di AlleyTalks, il contenitore del  blog multifirma Alley Oop  de “Il Sole 24 Ore”, ho trovato molte informazioni sulla sua personalità.

Nell’intervista racconta che non è stata una studentessa modello, anzi fino alle scuole medie gli insegnanti la ritenevano non adatta allo studio. In quel momento ha capito l’importanza della multisensorialità. Cioè sapeva di avere una mente creativa, ma non riusciva ad imparare soltanto con la vista che è il senso che si predilige nell’insegnamento scolastico.

Oggi ritiene una fortuna che i suoi genitori l’abbiano iscritta ad una scuola d’Arte perché lì è stata stimolata ad una sensorialità diversificata. Lì è rifiorita e ha dato il meglio di sé.

Ritiene che bisogna andare oltre un percorso standard: nella vita qualsiasi esperienza aiuta a costruire una persona unica, se messa nelle condizioni per diventarlo.

Monica oggi, col suo team di ricerca, grazie alle neuroscienze, crea strumenti al servizio delle persone ipo o non vedenti, per migliorare la loro qualità di vita.

Si dedica soprattutto all’infanzia, che è  il momento in cui si sviluppano le capacità che formano l’individuo nella sua interezza.

Le tecnologie sviluppate dal suo gruppo sono pensate per favorire l’apprendimento motorio, sensoriale e sociale delle persone non vedenti.

Così la riabilitazione diventa un gioco, permettendo un approccio diverso allo sviluppo di un individuo.

Con questa finalità è stato progettato il braccialetto Abbi (Audio Bracelet for Blind Interaction) che, attraverso suoni ritmici, dà la facoltà ai non vedenti di sostituire la vista con l’udito. In questo modo il suono consente a chi lo indossa di percepire il proprio corpo nello spazio intorno.

Il braccialetto sonoro permette ai bambini non vedenti di orientarsi e giocare come tutti gli altri.

Vederli correre liberamente e ridere di gioia- racconta la scienziata- è una delle cose più belle che mi ha dato il mio lavoro

La ricercatrice per i suoi meriti ha ricevuto il premio TR35 Italian Innovation Award 2012 per giovani innovatori. Inoltre è stata finalista nel Falling Walls Science Breakthroughs of the Year2021 ed è riconosciuta come esperta da Expertscape, la prestigiosa piattaforma che seleziona, verifica e certifica , confrontando tutti i principali prodotti scientifici a livello internazionale, i migliori  scienziati e medici mondiali per settori di competenza.

Monica Gori rappresenta un esempio di eccellenza per le scienziate italiane.

La sua personalità è fatta di talento non solo nel campo della neuroscienza e della robotica, ma anche della pittura. Dalle sue parole si evince un grande insegnamento:

“ Vivi la vita come un quadro astratto:

Quando dipingi un quadro astratto non puoi sbagliare perché esprimi te stesso. Questo è quello che dico ai miei figli e ai giovani studenti ai quali racconto la mia ricerca. Non aver paura di esprimere te stesso. Ognuno di noi è diverso e può comporre una vita come una bellissima opera d’arte. I miei quadri sono tutti multisensoriali e possono essere toccati dai nonvedenti

Voglio terminare questo mio articolo, citando ancora due versi della canzone di Vecchioni e la dedico a tutti quei bambini che devono combattere per superare le loro difficoltà e lo fanno con coraggio e determinazione, ma anche supportati dalla tenacia e dalla passione di ricercatori come la nostra meravigliosa Monica Gori:

Lasciali dire che al mondo

quelli come te perderanno sempre

perché hai già vinto, lo giuro.

E non ti possono fare più niente.

Passa ogni tanto la mano

su un viso di donna, passaci le dita.

Nessun regno è più grande

di questa piccola cosa che è la vita.

Sogna ragazzo sogna

Non cambiare un verso della tua canzone

Non lasciare un treno fermo alla stazione

Non fermarti tu

Anna Bruna Gigliotti

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