Dom. Dic 8th, 2024

Jaques Lacan sosteneva che l’uomo non può essere compreso dalla metodologia delle scienze umane poiché quest’ultima  aspira al tentativo di “ri-centramento della sua essenza” con la prospettiva di costituire un’esistenza umana senza “divisioni soggettive”. Essendo un’impresa impossibile poiché scaturita  da una pura illusione di metodo, essa si presta volentieri alla manipolazione da parte dei dispositivi di potere per i quali gli stessi  soggetti nel tentativo di realizzarla ricorrono in loro  appello fino a  porsi in un  rapporto di servitù. Il discorso di Lacan si rivolge anche alla psicologia e al fatto che gli psicologi anch’essi sono diventati complici del potere tecnocratico. Sulla questione della servitù, parliamo di quella specifico assoggettamento appartenente a gran parte del genere umano e cioè quella volontaria, la quale viene menzionata da Etienne la Boèite. Quella forma strana di servitù notata da Rousseau quando sosteneva che “l’uomo anche se nasce libero è sempre in catene”. Evidentemente gode nell’esserlo altrimenti non si spiegherebbe questa vocazione incontrollata nell’essere servi  Quindi la tesi di Lacan rimane sempre quella: la scienza umana quale, la medicina, psicologia, sociologia ecc. assoggetta l’uomo al potere burocratico del mondo moderno che si fa  garante ed esecutore materiale di questo processo. Parlando di Biopolitica possiamo riscontrare che la si trova ovunque nello spazio appartenente  all’università e dentro i loro dipartimenti umanistici, Da ciò nasce anche il pericolo che la stessa psicoanalisi la quale  mira all’esatto contrario, sia a rischio nell’essere ridotta a scienza umana, attraverso una trasformazione di metodo basato sull’io “forte” con cui il paziente dovrebbe identificarsi con quello dell’analista e aspirare alla propria possibile guarigione. Mentre il destino dell’analisi classica sarebbe quello di scomparire. Infatti ci sono interi territori nel mondo dove l’analisi non esiste più. In Germania, in Austria, per esempio, non vi è più nessuna realtà eppure era la patria dove Freud ha incominciato, il suo lavoro. Possiamo vederla in Argentina, Brasile, e pare sia presente anche in Giappone, il che fa abbastanza sorprendere.

L’analisi quindi non cambierà il mondo, essa da sola non basta, ma quello che possiamo fare al momento è cercare di utilizzare i dati che ci vengono forniti dalla posizione analitica e provare a tradurli  con tutte le accuratezze del caso sui livelli culturali e politici in maniera di ampliarli.

La questione non è che solo una parentesi rispetto a tutta l’opera di Lacan, intrattenuta a metà degli anni 60 del secolo scorso ed è stata condivisa anche se nelle maniere diverse da Michel Foucault che si interessa di biopolitica e da Jaques Derridda che si interessa di politica attivamente.

Tutti questi personaggi non sono stati affatto dimenticati poichè le questioni sono ancora vive e non sono diventate altre. Ancora oggi questi discorsi ci aiutano a capire la situazione, in pratica parliamo ancora di posizione di decentramento essendo stati abbindolati dal tentativo di risoluzione tramite la ricerca del soggetto umano in termini di cogito. In realtà il tentativo illusorio porta l’uomo a “farsi del male” anche se notoriamente l’impresa folle appartiene alla storia umana.

Anche il nazismo è stato il tentativo di “ricentramento” di una società che chiamata impropriamente democratica o protocratica, senza più identità. In pratica con gli stessi discorsi pronunciati oggi giorno. Pensando che distruggendo gli Ebrei essi  “erano salvi dalle infezioni che stavano degenerando il mondo occidentale”. Purtroppo i dispositivi e i movimenti che creano narrative fondate “ricentramento” dell’uomo possono cosi creare danni molto gravi all’umanità. Si spera solo che gli ultimi approcci in atto  non siano cosi brutali come quelli della nostra storia recente. Anche se poi comunque sono sempre destinati a fallire, poichè il funzionamento del mondo moderno della globalizzazione capitalista, dell’economia neo-liberale è quella che comporta sempre più paradossalmente una maggiore affermazione del desiderio singolare attraverso la contraddizione di creare una maggioranza organizzata sotto forma di biopolitica delle società contemporanee. Di conseguenza avremo sempre quell’aumento esponenziale di “impossibile” ai confini di questo mondo. L’analisi di Lacan e ben specifica nonostante nel frattempo si siano create altre forme nel quale si cerca di creare un compromesso con il mondo contemporaneo. Pensiamo solo alla polemica sorta già all’epoca tra Lacan e il movimento Ego psychology.

Alessandro Nenna

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