Mar. Mar 19th, 2024

Quando c’è crisi di governo, anche locale, irrompono sulla scena esperti di strategia. Mino Cannito sembra oramai un sindaco a tempo determinato ed ecco che s’ode più di uno squillo a sinistra.

 La formula magica è “unità del centrosinistra“. Curiosamente chi la usa intende però il contrario: unità significa in questo caso “tutti eccetto alcuni”, ovvero non-unità o uniti-contro.

Ciò che tormenta alcuni aspiranti generali è l’eventualità che alcuni consiglieri, attualmente in maggioranza con Cannito al Comune, ma sostenitori di Caracciolo (PD) alle scorse regionali, possano tornare all’ovile del centrosinistra alla prossima tornata elettorale.

 Ed eccoli dunque impartire lezioni, istruire seminari sulla vera natura dell’unità del centrosinistra. Al momento un vero parterre de roi.

  1. Ruggiero Mennea, consigliere comunale e regionale (a scadenza, pare) del PD. Da più un ventennio, un quarto di secolo, svolge il ruolo, pur indispensabile in qualsiasi gioco psicologico, di anti leader.

Nel momento più alto del centrosinistra Barlettano, con Salerno sindaco e leader, lui stava all’opposizione. Da diversi anni conduce una guerra di logoramento contro l’altro consigliere regionale del PD, Caracciolo, e descrive sempre trame oscure che inquinano la politica cittadina, di cui pure è protagonista di primo piano.

Chiede sempre che la politica faccia un passo indietro, mentre lui ne fa quattro in avanti. Vuole l’unità del centrosinistra, mentre contraddice la segreteria cittadina del proprio partito.

Forse semplicemente, data la mannaia dei ricorsi sul consiglio regionale, vuole finalmente provare a correre da Sindaco. Probabilmente poi farà la guerra a sé stesso.

2) Carmine Doronzo, anch’egli esperto di unità. Due volte eletto consigliere comunale con il centrosinistra, per due volte ha abbandonato la maggioranza, perché a suo dire troppo poco di sinistra e subalterna al “partito del mattone”.

 Entrambe le volte se ne è accorto non prima, ma dopo essere stato eletto con la maggioranza.

L’ultima volta, quando era evidente che la partita fosse tra Cannito e il M5S, ha deciso di correre in proprio come candidato Sindaco. Evidentemente mosso dall’idea dell’unità del centrosinistra anche là. O più credibilmente: fatti due conti, col centrosinistra perdente, era più facile essere eletto consigliere come candidato sindaco civico-de-sinistra.

Ora, che tornano a salire le quotazioni del centrosinistra, probabilmente aspira a ruolo da vice sindaco.

3) Grazia Desario: qui siamo al dadaismo. Durante la sindacatura Cascella sbuca in consiglio comunale come seconda dei non eletti del M5S.

Lascia, o viene espulsa da, il Movimento.

 Passa al Nuovo Centrodestra di Alfano.

 Alle scorse elezioni si candida con la lista del Sindaco di Cannito.

Non viene eletta.

Furoreggia un po’ per essere nominata assessora. Nulla da fare.

E allora si scopre o riscopre, dopo essere stata grillina e alfaniana, battagliera e di sinistra.

 Passa a Italia in Comune.

Ma anche rappresentante delle Sardine.

 E ora dice che: mai, mai alcuna accoglienza ai transfughi della amministrazione Cannito.

Grandi lezioni da grandi cattivi maestri.

Alessandro Porcelluzzi

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