Mer. Nov 6th, 2024

Una delle cose che mi urta di Chiese e Religioni è il coinvolgimento, nei riti, di persone che non hanno l’età della ragione: bambini, o addirittura neonati.

Chi crede ha senz’altro le sue buone ragioni per credere che vada bene così, e io non intendo affrontare il tema sul piano della Dottrina; riferisco soltanto di una sensazione negativa, che peraltro mi assale parimenti quando vedo dei bambini alle manifestazioni politiche.

Last but not least, anche il sostegno a una squadra di calcio dovrebbe essere più tardivo. So che è impossibile (il calcio piace ai bambini, e non si vede l’ora di partecipare “tifando”), ma almeno potrebbe essere “rivisto”, un volta che venga raggiunta l’età della ragione, o qualcosa che le si avvicina. A me è successo. Mi sono sentito in dovere, durante la Scuola Elementare, di tifare per la Juventus, perché un amico di famiglia portava suo figlio e me a vedere le partite dei bianconeri a Roma; ma alle Medie capii subito che non potevo tifare per la squadra della FIAT e degli Agnelli.

Evitare che i bambini facciano proprie le idee e le decisioni degli adulti, per quanto riguarda religione, politica e calcio, non è solamente una questione di buon senso e di buon gusto, ma investe il cuore stesso dell’educazione.

A fronte di coloro che reclamano il ripristino dell’Educazione Civica (una materia che si presta largamente all’ “indottrinamento”), io penso invece che debbano esistere materie “alte” di riferimento, come la Storia Contemporanea (affrontata in modo il più possibile imparziale) e l’Educazione Estetica, mentre l’educazione in generale, l’educazione alla gentilezza nei rapporti di qualsiasi tipo (inclusi quelli “di genere”) e il senso civico vanno ottenuti prioritariamente con l’esempio, nell’ambito della Famiglia e della Scuola. La validità degli esempi (senza indulgere nel “moralismo”) riguarda parimenti i Media e la Rete.

Può sorprendere il riferimento precedentemente fatto all’Educazione Estetica. Quest’ultima coincide solo in parte con l’Educazione Artistica.

Ma il concetto è intrinsecamente complesso, e l’affido volentieri ad una voce molto più autorevole della mia:

https://lartediguardarelarte.altervista.org/un-volto-non-comune-josif-brodskij-discorso-per-il-premio-nobel-8-novembre-19871608-2/ .

Proprio perché amo l’educazione, il senso civico, la gentilezza, il nutrimento artistico, la conoscenza della storia, ma detesto l’indottrinamento, la retorica e l’ideologia, vorrei esprimere un auspicio: in Italia ci teniamo giustamente care le “feste” che ricordano l’importanza di grandi temi come l’Emancipazione della Donna (8 Marzo), il Lavoro (1 Maggio), la Libertà e l’Uguaglianza (25 Aprile e 2 Giugno) … mi limito solamente a quelle prossime venture, tutte raggruppate in meno di tre mesi … ma abbiamo purtroppo il malcostume di coinvolgere in esse e per esse i bambini e gli adolescenti, che sanno niente, o troppo poco, di questi temi cruciali.

Far cantare una canzone, o leggere un testo, davanti alle Autorità, incluso il Presidente della Repubblica, non potrà colmare quell’ignoranza, per cui serve inevitabilmente il trascorrere del tempo e delle esperienza, oltre alla pluralità di letture e punti di vista.

Il rischio, insomma (la certezza, secondo me), è che tutto si risolva in una passerella narcisistica di bambini, adolescenti, Professori e Presidi; e che inoltre, sentendoci tutti più “buoni” e “civili”, si esca da Feste e festeggiamenti incongruamente pacificati con la Società, pur essendo noto che le questioni di genere, lavoro, uguaglianza e libertà sono ben lungi dall’essere risolte.

 

Il Presidente della Repubblica e le altre Autorità abbiano il coraggio di contornarsi di adulti scontenti, insoddisfatti, frustati, e, se necessario, “incazzati”. E dialogare con loro.

I bambini potranno più utilmente stare coi genitori (ammesso che questi ultimi non debbano andare a lavorare in un giorno festivo), e andare al parco.

Gli adolescenti potranno fare l’amore, che contribuisce al benessere personale assai più di qualsiasi discorso!

 

Supponiamo infine (mi faccio da Avvocato del Diavolo da solo!) che si possa sensibilizzare gli animi, però senza indottrinare (il limite è sottile).

Siamo veramente sicuri che i discorsi “morali” aiutino veramente le persone a vivere in società nel benessere?

https://www.youtube.com/watch?v=YGQasPOTpWU .

Giuanfranco Domizi

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