Gio. Mag 2nd, 2024

Perché lo smeraldo è simbolo della perfetta conoscenza?

L’ Alchimia è la nascita del processo di formazione che porterà alla Luce ovvero alla Illuminazione della conoscenza e alla trasmutazione dei metalli in oro ovvero la pietra filosofale, ma chi vorrà spiegare il significato delle parole scritte dagli alchimisti, si troverà in un Labirinto da cui sarà impossibile uscire ammesso che non possieda il filo di Arianna, ovvero non sia un adepto.

Fondamento della teoria alchimistica accompagnata anche da molte leggende che ne narrano la scoperta, è  La Tavola Smaragdina, di cui si dice autore Ermete Trismegisto, (il tre volte grande) che rappresentava sotto spoglie umane, il dio Mercurio, abbinato al pianeta da cui prende il nome. Personificazione greca, quindi, e poi latina, del dio Thoth, il Mercurio egizio, a cui si attribuisce l’invenzione dell’Alchimia, è il dio della saggezza e della scrittura, uno Psicopompo che guida le anime dei defunti nel regno dell’oltre. Crea l’astrologia e le scienze occulte e si avvale della conoscenza degli influssi dei pianeti sull’uomo e sulla natura, avrebbe inoltre insegnato agli uomini l’alfabeto, le arti e le scienze.

Un passo centrale del testo della Tavola Smaragdina, recita:

Ciò che sta in basso è come ciò che sta in alto e ciò che sta in alto è come ciò che sta in basso,  per

compiere il miracolo della Cosa Una.

Questa tavola  ha un interessante parallelo con il Santo Graal,  che sembra sia stato scolpito dagli Angeli nell’occhio di smeraldo di Lucifero (portatore di Luce) quando è caduto dal cielo, sconfitto dall’Arcangelo Michele. Smeraldo affidato poi ad Adamo nel Paradiso Terrestre e da lui perso  al  momento della sua cacciata. Lo smeraldo, pietra di Mercurio il messaggero degli dei, è esotericamente simbolo della conoscenza.

In molte culture rappresenta il terzo occhio, o quello della chiaroveggenza, del senso della eternità, della visione interiore e della perfetta conoscenza.

Dunque, sia per l’occhio perduto di Lucifero che per il terzo occhio,  si tratta della conoscenza totale, perfetta e poi perduta, che ha condotto l’uomo alla sua disperata ricerca.

Leonardo da Vinci – affermava:  “Le cose disunite si uniranno e riceveranno in sé tal virtù, che renderanno le persa memoria alli omini. – cioè i papiri che sono fatti di peli disuniti, e tengono memoria delle cose e fatti delli omini.”

Non è forse vero che l’uomo possiede la conoscenza, ma ha perso memoria delle chiavi per penetrarvi?

Ecco alcuni versi tratti da Versi Dorati della Chiméres – Chimere di Gerard de Nerval:

Spesso nell’essere oscuro abita un dio nascosto

E come un occhio nascente coperto dalle palpebre,

Un puro spirito cresce sotto la scorza delle pietre.

L’Opus/ Grande Opera, ovvero l’Alchimia, si dice sia figlia del Sole e della Luna, il Re e la Regina, che esercitavano il magnetismo sulla terra. Si eseguiva nel laboratorio, e in una stanza attigua, nell’oratorio,  luogo di preghiera, dove gli alchimisti avrebbero cercato l’anima mundi, il nucleo divino ed interiore della natura e di ogni uomo, con la consapevolezza della corrispondenza perfetta delle leggi che governano il Macrocosmo/il grande mondo e il Microcosmo/il piccolo mondo,  sempre invocando  però, l’aiuto di Dio, perché l’alchimia, nella ricerca della Pietra Filosofale, la mitica pietra d’oro, non profanava l’opera divina, ma la esaltava riconoscendo la gloria di Dio nel Creato poiché questa non stravolge ma accelera soltanto, l’opera del tempo sul naturale cambiamento. (Secondo un testo alchemico cinese della Dinastia Tang (618/907 d.C.) sono necessari ben 4320 anni, affinché un metallo si trasmuti spontaneamente in oro.)

Incredibili assonanze tra l’Alchimia occidentale e quella cinese, dimostrano la forza delle idee che si fondano sugli archetipi, ed entrano nell’inconscio collettivo, così come sosteneva Jung,  a distanza di tempo, di spazio, in diverse civiltà. Il mistero dell’Universo ha affascinato l’uomo fin dai suoi albori, trascinandolo in una ricerca infinita. 

La parola ORO infatti, in latino si traduce  con “Io prego”, mentre in ebraico  con “Luce”.

Una delle frasi che si leggono sul Libro muto, un libro solo per immagini, della ermetica teoria alchemicaè: Prega-Leggi- leggi- leggi- rileggi e lavora e allora troverai. Tra le immagini, significativa è l’Arco, simbolo della Luna, maneggiato da una donna.

L’Alchimia, detta anche Scienza Della Immortalità, persegue l’utopia dell’immortalità del corpo che può rinascere un’altra volta purificato dalle scorie della materia, aiutato dall’anima immortale. L’alchimista cercherà di prolungare per secoli la sua esistenza fisica, ma opererà una metamorfosi completa del proprio corpo attraverso i viaggi dello spirito e le operazioni della Grande Opera, per arrivare a trasfigurarsi nella Luce materiale e trascendente al tempo stesso. 

Dalla Terra materia primordiale, è nato Adamo (Ha-Adamah), che significa polvere. In quasi tutte le cosmogonie (rappresentazione dell’Universo), l’uomo è originato dalla terra e la terra lo accoglie quando è finito il suo ciclo vitale.

Rifacendosi al divino quindi, l’alchimista diventava “Redentore”,  faceva un’azione salvifica sulla materia che da nera e caotica, veniva “redenta” trasformandola in oro e luce, in pietra filosofale, così come l’uomo,  che grazie a Cristo,  era stato salvato dalle tenebre e dal peccato.

Gli alchimisti, come si è detto,  operano nel laboratori, accanto a luoghi di preghiera (gli oratori) in luoghi generalmente nascosti, nelle segrete dei castelli, nelle celle dei conventi o dei monasteri, in case di campagna o di città, purché relegati negli angoli più oscuri, ma provvisti comunque di un camino dal quale far uscire fumi indesiderati e pericolosi. Si vestivano con abiti vecchi e si proteggevano il viso con maschere di terra refrattaria, di vetro o metallo.

Diverse erano le vie per portare a compimento la Grande Opera e diverso il numero dei giorni:

La Via Umida per la quale occorrevano 40 giorni. S. Agostino disse che il numero 40 simbolizza la peregrinazione lungo il sentiero della verità per giungere al cielo.

La Via Secca in sette/otto giorni,  più breve, ma pericolosa a causa dei rischi di esplosione.

La Via Direttissima, la più rischiosa, che cercava di captare l’energia provocata da un fulmine. Durante la Grande Opera, può accadere all’improvviso uno scoppio! Cancella nozioni, esperienze, tutte le conoscenze diventano vane, tutti gli esperimenti inutili. Non c’è rimedio alcuno, nulla si può riutilizzare. L’unica cosa è ricominciare da capo. Metafora del male e del bene, il buio  sembra prevalere sulla luce. La preghiera nell’oratorio, per l’Artefice, l’unica via per ricominciare.

Sarà un caso che gli artificieri, sono gli unici in grado di fermare una deflagrazione?

Continua…

Nadia Farina

(Nella foto un’Opera di Nadia Farina

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *