Mar. Ott 8th, 2024

La Giunta Comunale n. 44 del 18 maggio 2023   ha assegnato la gara pubblica svolta dall’Ente di governo d’ambito ATERSIR avente ad oggetto l’affidamento della concessione del Servizio Idrico Integrato per la Provincia di Reggio Emilia, ad esclusione del comune di Toano, e avvio delle procedure di consultazione pubblica preliminari alla costituzione della società ARCA, società a partecipazione mista pubblico privato per la gestione del servizio idrico integrato nel bacino territoriale di Reggio Emilia.

Questo Atto ha sollevato un fronte del NO da parte di tutte le opposizioni territoriali. Le motivazioni sono qui elencate

1) socio privato

ATERSIR, l’Agenzia territoriale dell’Emilia-Romagna per i Servizi idrici e Rifiuti, ha previsto un socio privato per gestire quella che doveva essere acqua pubblica. Ireti Spa è socio privato di ARCA (Azienda reggiana per la cura dell’acqua), società̀ che si occuperà̀ dal 2024 del servizio idrico

integrato in 41 Comuni reggiani (Toano escluso), per un valore stimato in oltre 1 miliardo di euro. Il 60% di quote di Arca saranno di Agac Infrastrutture mentre il restante 40% saranno dunque di Ireti.

Già nel 2015 si riteneva che la scelta dell’affidamento in house providing (100% pubblica) del servizio idrico non fosse sostenibile per i Comuni soci. Da sempre l’appiglio a cui si sono attaccati per affossare la creazione di una società̀ interamente pubblica è l’art. 3-bis, comma 1-bis del d.l. n. 138/2011 che prevede che «Nel caso di affidamento in house, gli enti locali proprietari procedono, contestualmente all’affidamento, ad accantonare pro quota nel primo bilancio utile, e successivamente ogni triennio, una somma pari all’impegno finanziario corrispondente al capitale proprio previsto per il triennio nonché’ a redigere il bilancio consolidato con il soggetto affidatario in house».

2) Non utili di impresa

Il Referendum ha fatto emergere la volontà̀ della stragrande maggioranza dei cittadini reggiani (circa 250.000 reggiani, il 96% di quelli che si recarono a votare) di vedere abrogata la remunerazione del capitale investito nella determinazione della tariffa del servizio idrico. Invece il socio privato avrà utili propri.

3) Strutture AGAC ad ARCA e SOT?

Anche nelle slide mostrateci si evince che, dall’accordo, risulta che AGAC trasferirà nella realizzazione di ARCA a quest’ultima e a SOT le strutture. Così facendo non ne avrà il controllo o, ancor peggio, la proprietà.

MANCATO RISPETTO DELLA FORME E PROCEDURE RICHIESTE

4) Consultazione pubblica disattesa

tra i vari passaggi obbligatori da svolgere nei vari comuni figura l’obbligo di indire la consultazione pubblica prevista dall’art. 5, comma 2 del D.Lgs. n. 175/2016. Ogni Comune disciplina nel proprio Statuto tale consultazione pubblica. Oltre alla pubblicazione sull’albo pretorio, i Comuni dovrebbero organizzare un’assemblea pubblica e rendere disponibile un modulo per dare la possibilità̀ ai cittadini e alle associazioni di esprimere indicazioni ed osservazioni da discutere e da rimettere al giudizio del Consiglio Comunale.

5)   Dividendi annuali AGAC

Oggi AGAC può contare su un introito certo, originariamente programmato fino al 2035, di 6.900.000 da affitto infrastrutture di proprietà dei comuni a Ireti. Domani, con ARCA, l’entità di tale importo diverrebbe variabile, con tendenza a diminuire. Già oggi la politica di AGAC in materia di distribuzione dell’utile è piuttosto restrittiva, con la contrazione dei margini derivante dalla diminuzione del suo più rilevante introito sicuramente i comuni suoi unici azionisti non riceveranno un beneficio, ma un danno. Il che appare ancor meno accettabile dal momento che il soggetto privato comproprietario di ARCA certamente da tutta l’operazione ricaverà un guadagno.

6) Ripercussioni economiche sui cittadini

Date queste premesse, ci interessa occuparci della ricaduta concreta sui cittadini reggiani. Non abbiamo per ora elementi per dire se il servizio sarà migliore o peggiore. Con tutta probabilità̀ sarà molto simile, perchè sarà gestito dallo stesso soggetto. La vera domanda è: le tariffe aumenteranno o diminuiranno?

L’autorità̀ che definisce il metodo tariffario è ARERA che detta le regole attraverso cui viene calcolata la TARIFFA del servizio idrico in tutta Italia. Poi a livello regionale l’Autorità̀ d’Ambito è ATERSIR che, da una parte definisce il piano investimenti dei gestori, cioè̀ tutte quelle opere che i gestori dovranno realizzare per mantenere e migliorare l’efficienza degli impianti necessari al servizio (pozzi, condotte e tubature, serbatoi, fognature, depuratori…), dall’altra vigila sull’applicazione del metodo tariffario stabilito da ARERA, il cui principio fondamentale è che la tariffa DEVE assicurare la COPERTURA INTEGRALE dei COSTI per la realizzazione del PIANO INVESTIMENTI e dei COSTI DI ESERCIZIO del gestore. In altre parole sono il PIANO

INVESTIMENTI e il PIANO ECONOMICO FINANZIARIO a determinare la TARIFFA, che per legge deve “coprire” tutte queste voci di spesa.

Tra i tanti allegati ai documenti in votazione, si legge che “la componente tariffaria a copertura dei costi operativi del servizio è intesa a copertura sia dei costi operativi della SOT (società̀ operativa territoriale) che dei costi operativi di ARCA. Per ciò̀ che riguarda la componente tariffaria a copertura dei costi di capitale, questa tiene conto dei costi storici del servizio e della programmazione degli investimenti.”

Verona ha affermato che ARCA costerà̀ tra i 300mila e 450mila euro all’anno in più̀ rispetto a prima. IRETI ha offerto in sede di gara il 30% in più̀ di investimenti (circa 26 milioni all’anno) che, se da una parte ci si augura che potranno rendere la rete più efficiente, dall’altra saranno coperti integralmente dalle tariffe.

Si legge inoltre che le tariffe devono andare a copertura totale del VRG (Vincolo ai Ricavi del Gestore) cioè̀ del valore complessivo annuo dei costi totali. Per cui sarebbe il caso di capire cosa si intende per conguaglio, dal momento che un utente paga a consumo se c’è la lettura puntuale: applicheranno un aumento alle tariffe l’anno successivo per coprire eventuali maggiori costi dell’anno precedente, azzerando quindi ogni rischio di impresa da parte della SOT?

La risposta alla domanda iniziale è semplice: le LE TARIFFE NON POTRANNO CHE AUMENTARE.

Così motiviamo la nostra ferma contrarietà̀ a come è stata costruita questa società̀ e questa operazione, per tutte le motivazioni premesse, per le inaccettabili forzature democratiche nei confronti dei Comuni contrari e per la grave lesione all’autonomia e alla sovranità̀ dei Consigli Comunali che rappresentano i cittadini.

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