Ven. Apr 19th, 2024

Era entrata in ospedale con la rivista stretta tra le mani. Chi l’accompagnava le portava la valigia la giacca, il beauty. Lei in mano,  aveva solo quella rivista.

    – “Così ti farà compagnia,” – le era stato detto,- “ Ti distrarrai e su! non ci pensare, tornerai presto  prestissimo a casa!.”-

    Aveva percorso il lungo corridoio delle camerate, dopo quello della accettazione e adesso era lì sulla porta di  uno stanzone a sei letti.

    Dieci occhi la tenevano bloccata come a respingere la nuova intrusa. Lei era il nuovo che andava a rompere un equilibrio, ma tutti  dimenticano di essere stati il nuovo di qualcuno e poi chi l’ha detto che il dolore renda tutti fratelli? A quei dieci occhi, che la fissavano con insistenza, se ne aggiunsero altri due, di un grigio acciaio bellissimo quanto gelido: gli occhi dell’infermiera di turno. La sua voce le arrivò da lontanissimo:  -“Quello è il tuo letto”-

    Il tuo? si erano forse già conosciute? Erano amiche o semplicemente conoscenti? Quel TU dato in modo arbitrario l’aveva già messa in allarme, ma non replicò.

    Chi l’accompagnava era troppo triste per accorgersi di quel Tu. Poggiò la sua giacca sul letto, la valigia nell’armadietto e il beauty nel vano sottostante del comodino.

    Lei invece continuava a tenere stretta la sua rivista.

    Mescolati agli occhi indiscreti c’erano gli occhi di chi  lasciandola, la guardava tenero  e preoccupato e a quel dolce ricatto, lei non poteva riempire i suoi di lacrime.    

    Rimase sola.

    Si spogliò.

    Sistemò ordinatamente le sue cose.

    Infilò la camicia da notte, e alla fine a malincuore, si mise a letto alle nove del mattino. Non erano passate neanche due ore da quando si era alzata per venire in ospedale e adesso doveva rinfilarsi sotto le coperte.

     Poggiò la testa sul cuscino e finalmente aprì la sua rivista.

     Apparve dal nulla l’infermiera dagli occhi d’acciaio.

     -“Questa la leggo io!”- e le strappò di mano la sua preziosissima rivista.

Lei ebbe il coraggio del nulla. Non fece nulla . Era troppo fragile, troppo giovane, troppo spaventata e sola. Non fece nulla!

     Con un filo di voce, odiandosi:

     -“Può darmi un momento il giornale ?”-

     L’infermiera glielo posò con sufficienza sul lenzuolo. Un gesto che non avrebbe dimenticato mai più.

     Lei strappò un angolo, quello della data.

   Finalmente venne il tempo di lasciare il suo letto e gli occhi indiscreti.

    Tornò a casa con la valigia, la giacca, il beauty e l’angolo di una rivista.

    Aprì la porta e senza cambiarsi, smontò una miniatura e vi incorniciò il suo angolo di rivista.

    Lo mise  infine, dove poteva vederlo sempre.

    Un monito per la sua debolezza, un talismano che le avrebbe dato forza nuova.

Nadia Farina

(foto di Nadia Farina)

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