Gio. Mag 2nd, 2024

Aimer à loisir,
Aimer et mourir
Au pays qui te ressemble!
Les soleils mouillés
De ces ciels brouillés
Pour mon esprit ont les charmes
Si mystérieux
De tes traîtres yeux,
Brillant à travers leurs larmes.

Là, tout n’est qu’ordre et beauté,
Luxe, calme et volupté.

Amare liberamente,
amare e morire
nel paese che ti somiglia!
I soli bagnati
di quei cieli torbidi
hanno per il mio spirito l’incanto
tanto misterioso
dei tuoi occhi che brillano
traditori fra le lacrime.

Là tutto non è che ordine e beltà,
lusso calma e voluttà.

Questi versi, di seguito tradotti dal francese all’italiano, sono tratti dalla poesia di Charles BaudelaireL’invitation au voyage” e, come avrete intuito, rimandano ad una straordinaria canzone di Franco Battiato, Invito al viaggio, contenuto nel suo album “Fleurs”del 1999, una cover di autori vari. Lo stesso titolo è un esplicito, colto riferimento a Les fleurs du mal del Baudelaire.

Il pezzo musicale  porta la firma di Scalambro-Battiato e, come ho detto, trae ispirazione dal testo del grande poeta francese, nato e morto a Parigi ( 9 aprile 1821 – 31 agosto 1867). Anzi ne percorre spazi, forme e intenti.

Ricordo che un po’ di anni fa, catturata dalle suggestioni che la musica del Battiato ha sempre esercitato su di me, usai proprio questo pezzo per una mia rivisitazione dell’opera di Shakespeare, “Hamlet”. Allora mettevo in scena testi conosciuti di autori vari o scritti dai miei stessi alunni, convinta di quanto il teatro fosse, e sia tutt’oggi, didatticamente potente.

Dietro il telo delle ombre, tirato su alla buona, ma con tanto cuore, sfilava il mesto corteo che trasportava il corpo senza vita di Ofelia, mentre nell’aula Magna, adibita per l’occasione a spazio teatrale, risuonava il pezzo di Battiato. La scena fu davvero commovente.  Lo spettacolo un successone. Fui sempre grata al musicista per il suo sostegno, sebbene inconsapevole.

Oggi che il maestro è partito per il suo viaggio, il 18 maggio di quest’anno, lasciando tutti noi un po’ orfani, mi è sembrato giusto ricordarlo un po’ a modo mio, proprio perché ogni sua canzone ci appartiene. Per ogni suo pezzo serbiamo un ricordo che si incolla a qualche evento della nostra vita. Si mescola ad azioni ed emozioni private. Diventa parte integrante della nostra storia.

Ma non è solo da Baudelaire che il Nostro trasse ispirazione. Restando nel cerchio magico del nome Fleur, troviamo una magnifica scrittrice svizzera di madrelingua italiana ( Zurigo, 31 luglio 1940) , Fleur Jaeggy , il cui libro “I beati anni del castigo” ( Adelphi) è stato definito da Battiato

 “un libro assoluto”. Fonte di inesauribile ispirazione per molte sue opere.

Dal romanzo della Jaeggy:

KATRIN: Sono passati soltanto cinque minuti da quando vidi una cornacchia stagliarsi tra alberi e cielo – dopo un piccolo volo esaltante camminare monca e rapida verso di me. Avrete visto anche voi camminare le aquile nelle voliere, il loro incedere è come un’agonia maestosa e gli occhi levigati d’odio assentono al congedo.[ …]

Tentai di toccarla, ma lei si allontanava, senza volare camminava via, tranquillamente.[…] Inavvertitamente sfiorai il suo gomito, aveva gomiti come i miei, e la stessa statura. Mi sorrise appena, come se provasse una specie di gioia oscura e cauta nel vedermi simile a lei, nell’aver copiato le mie sembianze.

Dal testo Le aquile di Battiato:

Il vento gonfiava le mie vesti
di veramente stabile erano le mie scarpe nere
alle caviglie ortopediche.
Un tempo passavo ore in palestra
continuai a inseguirla per inerzia.
La vidi stagliarsi tra alberi e cielo

e dopo un piccolo volo
camminare monca e rapida

avrete anche voi visto
camminare le aquile.

Di certo non voglio sottolineare un plagio, metto piuttosto in evidenza una certa affinità elettiva di goethiana memoria.

La scrittrice infatti ha collaborato, nel corso degli anni, con Franco Battiato alla stesura di alcuni testi, con lo pseudonimo di Carlotta Wjeck.

Già nel 1977, nell’album JukeBox , è presente un frammento tratto da Le statue d’acqua della Jaeggy.  Altri versi della stessa raccolta li troviamo, oltre che in Le Aquile, anche in Patriots. Inoltre molti brani come L’oceano di silenzio, Splendide previsioni, Shakleton, sono state tradotti dalla scrittrice svizzera, in lingua tedesca.

Un sentire visionario, a tratti surreale, impregnato di contemplazione mistica, un rifiuto convinto del materialismo pur nella sua sofferta accettazione, che viene comunque sublimata attraverso l’afflato creativo, accomunano i due artisti.

Le Voglio terminare questo mio modesto omaggio a Franco Battiato, riprendendo il titolo dell’articolo: Certo ci fu qualche tempesta, tratto da “ La canzone dei vecchi amanti”, e  nel titolo originale La Chanson Des Vieux Amants. Il testo è di Jacques Brel e nella versione di Battiato è contenuto nel suo album Fleurs. Ne riporto qualche strofa e auguro al Maestro un viaggio sereno, lontano da ogni tempesta.

Certo ci fu qualche tempesta
Anni d’amore alla follia
Mille volte tu dicesti basta
Mille volte io me ne andai via

Ed ogni mobile ricorda, in questa stanza senza culla
I lampi dei vecchi contrasti
Non c’era più una cosa giusta, avevi perso il tuo calore
Ed io la febbre di conquista

Mon amour
Mon doux, mon tendre, mon merveilleux amour
De l’aube claire jusqu’à la fin du jour
Je t’aime encore, tu sais, je t’aime

Anna Bruna Gigliotti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *