Sab. Lug 27th, 2024

In questo suo sublime dipinto Salvador Dalì stravolge la prospettiva tradizionale e cambia il punto di vista, non è più l’Umanità, peccatrice e colpevole, ad osservare sgomenta Cristo sulla Croce, ma lo sguardo proviene e piove direttamente dal cielo. Quello stesso cielo, colpevole e ingannatore, raccontato nel più bel romanzo di Saramago “Il Vangelo secondo Gesù Cristo”. Il Cristo di Dalì e quello di Saramago: due incontri fondamentali che portano a chiedersi dove si è stati fino a quel momento e come si è potuti stare senza, senza voler per questo apparire blasfemo.

Gesù dice “Padre perché mi hai abbandonato”, ma poi prosegue dicendo che la volontà del Padre sia fatta , ma non la sua, agnello sacrificale consapevole della sua missione. L’umanità di Cristo è presente nel vangelo, il figlio di Dio muore da uomo, ma nel dipinto di Dalì Dio non è presente perché la luce proviene dal basso, l’ombra dell’uomo si proietta alle sue spalle sulla croce.

“Gesù muore, muore, e quando la vita comincia ad abbandonarlo, all’improvviso, il cielo sopra il suo capo si spalanca e appare Dio, e la sua voce risuona per tutta la terra, Tu sei il mio diletto figlio, in te ho riposto la mia gratificazione. Allora Gesù capì di essere stato portato all’inganno come si conduce l’agnello al sacrificio, che la sua vita era destinata a questa morte, fin dal principio e, ripensando al fiume di sangue e di sofferenza che sarebbe nato spargendosi per tutta la terra, esclamò rivolto al cielo dove Dio sorrideva, Uomini, perdonatelo, perché non sa quello che ha fatto. Poi, a poco a poco, si spense in un sogno, si trovava a Nazareth e sentiva il padre che, facendo spallucce anch’egli e sorridendo, gli diceva, né io posso farti tutte le domande, né tu puoi darmi tutte le risposte. Quando aveva ancora un barlume di vita, sentì che una spugna imbevuta di acqua e aceto gli sfiorava le labbra, e allora, guardando verso il basso, scorse un uomo allontanarsi con un secchio e una canna in spalla. Ma non riuscì a vedere, lì per terra, la scodella nera dentro cui gocciolava il suo sangue.” (Saramago “Il Vangelo secondo Gesù Cristo”). Anche l’arte ha raccontato di quei giorni in cui l’uomo si è sentito abbandonato da Dio.

Iaccio Antonio

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