Sab. Lug 27th, 2024

Per la rubrica Tracce, in questo  numero ci occupiamo del nostro territorio, e nello specifico di una zona nota a molti, di generazione in generazione, in quanto, fino a qualche anno fa, ha sempre rappresentato  meta estiva di turisti,  bagnanti, e pescatori: il  torrente Dolo in zona Cerredolo di Toano.

Con una delibera della Regione Emilia Romagna del 13 Novembre 2012, è stata autorizzata, nonostante una ferrea opposizione di buona parte della popolazione e di varie associazioni, la costruzione della Centrale Idroelettrica in Cerredolo di Toano.

L’opposizione associativa e dei cittadini, aveva preventivato i danni che facilmente l’operazione avrebbe arrecato al territorio, sottolineandone ogni aspetto, da quello faunistico, vegetativo, impatto paesaggistico, culturale e anche economico. Danni, dunque, ampiamente annunciati e ribaditi all’epoca, alla Provincia di Reggio Emilia, al Genio Civile e alla Regione Emilia Romagna.

Dall’altra parte, la ditta costruttrice in accordo e simbiosi con il Comune di Toano, aveva assicurato alla popolazione, sia durante i diversi incontri, sia poi in modo ufficiale con i documenti di stipula del contratto tra le parti, che tale costruzione non avrebbe arrecato nessun impatto ambientale, che il torrente Dolo non avrebbe subito mutamenti e che la vegetazione attigua, così come il patrimonio paesaggistico, sarebbero poi stati ripristinati, provvedendo poi all’impiantazione della flora tipica collinare, e asserendo che la zona avrebbe avuto un vantaggio dall’operazione sia per le opere destinate ai cittadini, (percorsi passeggiate, oasi famiglie…), sia in termini economici.

Gennaio 2018, passato già qualche annetto, dal termine della costruzione e dall’attivazione della centrale, il torrente Dolo oggi appare come il “deserto dei Tartari”.

Nessuna pianta è stata ripristinata se non qualche metro di cespuglio circoscritto intorno al cubo di cemento, nel goffo tentativo di abbellirne l’orrore.  Tutto il resto è deserto!

Ma vediamo come si presenta la zona.

Il torrente Dolo, al quale si deve riconoscere la notorietà storica come luogo turistico per il paesaggio, l’acqua, la pesca, gli sport estivi, è infatti nella memoria di molte generazioni. Prima della costruzione della centrale, era facilmente accessibile attraverso diverse stradine che si diramavano dalla strada principale ed era in assoluto, una meta turistica estiva facilmente accessibile anche per chi non poteva permettersi per diversi motivi, località lontane.

La ditta costruttrice oltre a distruggere ogni possibile accesso esistente, ha creato argini altissimi, invalicabili e pericolosi anche per i più temerari.

Montagne di sassi.

Ma per i turisti e pescatori, o chiunque volesse concedersi anche solo una passeggiata sul greto del torrente, questo è solo il primo dei problemi. Infatti, già dalla strada principale che costeggia tutta la zona è facile riscontrare l’aggravarsi del problema “fognature”.

Seppur ripetutamente segnalate agli Enti competenti, ancora prima della costruzione centrale, quando il torrente poteva quantomeno contare su una portata d’acqua notevolmente superiore ad oggi, le fognature, che entrano a ciel sereno nel torrente, oggi non possono che predominare su una minima quantità d’acqua rilasciata.

Infatti, la nuova centralina preleva direttamente l’acqua in uscita dalla centrale Enel, intubandola per circa sei chilometri.
Del Dolo resta un acquitrino.

Pare poi che gli organi competenti, avvisati ripetutamente di questo aggravarsi, abbiamo provveduto a coprire con terra e ghiaia la fuoriuscita delle fogne, senza ovviamente risolvere il problema, Occhio non vede cuore non duole?

I cittadini, soprattutto quelli che hanno partecipato all’epoca agli incontri di discussione per la costruzione e quelli che si sono operati per salvaguardare il loro territorio, con gli occhi puntati su quello che si presenta oggi della zona torrente Dolo, si chiedono che fine abbiano fatto le promesse. Ma vediamole una a una:

– Il camminamento: un percorso piacevole per tutti i cittadini.

– Le zone oasi delle famiglie: le tipiche zone di sosta per picnic.

– Le belle piante e la vegetazione tipica.

– Il laghetto con i pesci.

Lo stato della devastazione è evidente, ma quello che oggi risulta difficile è capire chi deve porre rimedio ripristinando la zona, restituendone il patrimonio al cittadino.

Partendo dal fatto che l’operazione, era un’operazione economica per le parti, pertanto con dei ricavi, (senza entrare nei numeri precisi, si parla di decine di migliaia di euro annui), parte di questi ricavi, contrattualmente dovevano essere finalizzati a risistemare il torrente Dolo e le zone limitrofe devastate dai lavori.

Infatti se era comprensibile e accettabile, (seppure discutibile), una devastazione momentanea per l’attuazione del progetto, si doveva poi dare immediato seguito al ripristino e miglioramento, come riscontro di un vantaggio per il cittadino.

La situazione attuale è di un territorio distrutto e lasciato a se stesso.

Quello che era un bellissimo paesaggio da cartolina, oggi è un accumulo di ghiaia, ferraglia, melma, fogne, e sterpaglia da deserto.

Per completezza d’informazione dobbiamo evidenziare alcuni punti determinanti del contratto stipulato tra la ditta costruttrice e il Comune di Toano, punti che con chiarezza determinavono chi doveva cosa.

Art. 5 Il proponente si impegna a garantire che, nell’esecuzione delle opere vengano attuate tutte le misure tecniche , organizzative e gestionali, affinché sia assicurata la salvaguardia ambientale del territorio.

 

Art. 6 Tutta l’attività sarà svolta nel pieno rispetto degli usi attuali di strade e luoghi interessati, cercando di creare il minimo impatto temporaneo dovuto ai lavori di realizzazione

 

Art. 8  … 3% annuo, dei proventi comprensivi degli incentivi vigenti, derivanti dalla valorizzazione dell’energia elettrica prodotta annualmente dall’impianto. Il versamento dovrà essere effettuato, con le modalità concordate con il Comune, entro il 31 Marzo di ogni anno.

 

Art. 7 Il proponente si impegna ad utilizzare, durante la costruzione e durante la successiva gestione mano d’opera locale.

 

Art 9 Gli interventi di miglioramento ambientale finalizzati a mitigare gli impatti riconducibili al progetto potranno essere direttamente effettuati dal proponente su espressa indicazione del comune, oppure potranno essere eseguiti  dal Comune stesso con i proventi del “contributo compensativo” definito al purnto 8 del contratto, (3% annuo dei proventi comprensivi degli incentivi vigenti)

Che il proponenete si impegna a versare al Comune a partire dal collaudo, e entro il 31 marzo di ogni anno per tutta la durata della convenzione.

 

Art. 12 … E’ fatto salvo il diritto del proponente a trasferire a società designata ad hoc il titolo Autorizzativo Unico e la concessione a derivare, relativa al costruendo impianto di Cerredolo. I diritti ed i doveri, connessi alla presente convenzione, si dovranno intendere ugualmente trasferiti nella loro completezza e totalità.

 

Non possiamo che augurarci, nel rispetto del nostro territorio e della sua massima valorizzazione, che si rimedi al più presto a quello che oggi si presenta come un disastro e nella speranza che il Comune di Toano ci voglia informare sui motivi di questo degrado e abbandono, e soprattutto in che modo e in che tempi sia previsto il ripristino del luogo, diamo piena disponibilità per ospitare le loro argomentazioni.

Comitato per la difesa dei fiumi torrente Dolo