Mar. Ott 8th, 2024

(MS) Annalisa Fanfoni, artista scultrice reggiana, quando nasce la passione per la scultura e quali le difficoltà che hai riscontrato per migliorare la tua arte?

(AF) La passione per la scultura è nata per caso, nel senso che io dipingevo e cercavo un corso per smuovere il cuore e ho trovato la scuola di scultura di Canossa alla fine del 2004, dopo qualche anno che dalla provincia di Parma, mi sono trasferita a Selvapiana. Qui, il maestro Montecchi e i ragazzi della scuola, mi hanno letteralmente conquistato e non ho fatto fatica ad inserirmi dopo poco nell’organico. Scolpire mi libera dai pensieri, è come la meditazione e scalda il cuore, anzi lo fa sussultare, è come essere sempre innamorata. Una bella sensazione … mi rende una persona migliore.

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(MS) Non sono molte le donne in Italia che hanno scelto l’arte della scultura, ci vuoi spiegare quali sono le sensazioni e le emozioni che ti hanno ancorata a questa arte?

(AF) L’idea di creare in tridimensione credo che sia per le donne molto naturale, noi siamo state fatte per essere madri, io non lo sono diventata per vicissitudini di vita e credo che questo abbia inciso molto sul mio attaccamento alla scultura … creare qualcosa che possa avere sempre una relazione … un altro da me ma parte di me, che parli con gli altri e che abbia un’anima sua e un suo cammino anche senza di me. Per me è un modo sempre di più per far diventare reale un mondo interiore molto ricco fatto di sfiori e tocchi per lo più. Potermi scontrare e incontrare con me stessa in continuazione, ma anche vedermi in un’altra me e in altro mi piace, mi trasforma in continuazione e mi aiuta ad evolvere.

(MS) Come scultrice pensi ci siano difficoltà ulteriori nel settore, in quanto donna?

(AF) Le donne in scultura non sono mai state molto considerate, se hanno successo devono essere molto più brave degli uomini a livello creativo, ma ultimamente il numero delle scultrici sta aumentando anche in ambito di scultura monumentale e questo grazie alle strumentazioni di lavoro che rendono la scultura meno faticosa, anche se quella su marmo rimane comunque una tecnica pericolosa. Ricordo che usiamo flessibili, martelli pneumatici e frese, oltre al fatto che la movimentazione dei blocchi di marmo non è uno scherzo … la lavorazione dei materiali duri richiede attrezzi da carpentiere e si sa ci vuole forza e concentrazione.

(MS) Canossa Stone, di cui tu sei coordinatore, come, quando e perché nasce questa scuola?

(AF) Canossa Stone è l’associazione che guida la “scuola di scultura su pietra” del Comune di Canossa, scuola che ha visto i natali nel 1991 da un gruppo di artigiani del luogo che volevano far rivivere l’arte scalpellina, tradizione che ha avuto il suo massimo splendore sotto il governo di Matilde di Canossa e le sue commissioni di pievi locali.

(MS) Di cosa vi occupate specificatamente, i vostri corsi e laboratori…

(AF) Noi ci occupiamo di organizzare il corso annuale di scultura che ha inizio ad ottobre e va fino a maggio dell’anno seguente. È un corso serale e si frequenta due volte la settimana di media, con durata di tre anni per avere il diploma di scalpellino. Oltre a questo organizziamo corsi intensivi di arti legate alla pietra o alla modellazione di vari materiali, oltre che organizzare eventi e mostre d’arte.

(MS) Grande l’’importanza di questa arte, anche in considerazione del territorio, e ancora di più del contesto storico del territorio, la scuola nasce proprio sulle terre di Matilde di Canossa e ne porta rigorosamente il nome,  dovrebbe  dunque avere  un massimo risalto e avere uno stretto contatto anche gli istituti scolastici, ed enti di promozione del territorio, è così?

(AF) Abbiamo iniziato una collaborazione con l’istituto d’arte P. Toschi di Parma e ogni tanto facciamo laboratori con le scuole elementari e medie dove i ragazzi dimostrano sempre grande interesse. In realtà fino ad ora da parte delle scuole e di altri enti pubblici a parte il nostro Comune che è sempre presente non ci sono mai stati grossi entusiasmi anche se raccogliamo allievi da tutta la provincia di Reggio Emilia e alcuni allievi dalle provincie di Parma e Modena.

(MS) Quali le difficoltà che avete dovuto sostenere per far conoscere questa eccellenza delle nostre terre, e quanto c’è ancora da fare?

(AF) Il lavoro che facciamo è molteplice, dalle sagre di paese o cortei storici, alle mostre che ci portano una certa visibilità, grazie alle ottime capacità e a chi sostiene la scuola come volontario. Da fare c’è tantissimo perché le potenzialità in realtà sono molte, soprattutto per la qualità del lavoro che sempre dimostriamo di portare.

(MS) Quali sono le modalità d’iscrizione alla scuola e chi può accedere?

(AF) Possono accedere tutti dai 16 ai 90 anni e l’unica dote richiesta è un grande amore per la scultura, tanto altrimenti si pianta lì non si riesce a proseguire. L’iscrizione è possibile farla dopo la serata iniziale che quest’anno sarà il 5 ottobre alle 21 presso il teatro Matilde di Canossa a Ciano D’Enza

(MS) Ci sono agevolazioni per i giovani che vogliono intraprendere l’arte della scultura?

(AF) Per il momento abbiamo fatto un accordo per i crediti scolastici, ma in realtà non ci sono agevolazioni se non che se sono bravi hanno la reale possibilità di imparare da dei professionisti e poter fare esperienze anche con scultori di altre realtà oltre che essere inseriti in mostre e stage.

(MS) Da artista, oltre che coordinatore della scuola, ringrazi la tua terra perché, e la rimproveri di cosa?

(AF) La ringrazio sicuramente per essere così bella, adoro Canossa e mi piace viverci non la cambierei con un altro posto credo…. La rimprovero per essere un po’ chiusa e ottusa, la gente per lo più guarda ancora troppo ai campanili dei borghi, ma per il resto credo ci sia molto peggio in giro quindi credo che le persone possano migliorarsi e spero di poter dare delle piccole occasioni con le proposte artistico culturali che propongo con il mio gruppo di gente.

Marzia Schenetti