Gio. Nov 13th, 2025

Quanto insopportabile è la pubblicità che frena emozioni e sentimenti nella visione di un film, di uno sceneggiato o di qualunque racconto per immagini trasmesso dal teleschermo, tanto intrigante e interessante, è invece, lo studio del suo utilizzo. Il perché di una linea, di un colore, di una composizione geometrica di una immagine, piuttosto che un’altra, sono domande di non solo mera curiosità. Siamo davvero guidati nelle scelte di un prodotto: alimentare, cosmetico, anche farmaceutico, nell’acquisto di un abito, o di qualunque altro oggetto ? Con la pubblicità si vogliono stimolare interesse, desiderio dell’acquisto. La pubblicità deve essere originale, a volte divertente, strana, particolare, bizzarra, surreale (il grande Dalì fu un maestro in questo), e quando diventa invadente con la ripetitività è per fissare nella mente di chi legge o guarda, uno slogan, un marchio, ma nel contempo aiuta la memorizzazione del messaggio pubblicitario. Un rischio che la pubblicità non può correre, è comunque quello di saturare la mente del pubblico perché può diventare indifferente o addirittura esserne irritato. I pubblicitari infatti, sono alla ricerca continua di un equilibrio, tra ripetitività e ricerca di attenzione. Ma come fa la pubblicità a catalizzare la nostra attenzione? Tra i tanti modi: Con le linee, rette, oblique, curve. Le linee orizzontali ispirano tranquillità e riposo, quelle verticali evocano potenza e forza, mentre linee oblique implicano movimento e dinamismo…e poi, con i colori, con la composizione geometrica di una immagine. Ma, in una immagine fotografica che mostra una serie di oggetti, come fare per portare l’occhio verso uno solo, di questi oggetti? Quello che deve essere veicolato alla vendita? Credo che i pubblicitari abbiano imparato la lezione di Cézanne, quella del molteplice punto di vista. “ Mettiamo su una tavola tanti oggetti, e guardiamoli. Gli occhi ne centreranno uno solo, quello che viene messo a fuoco dall’interesse, dal colore, dalla forma, creando un centro. Allontanandosi da quel centro, gli altri oggetti si annebbieranno. Ma spostare ancora lo sguardo e si creerà un altro centro e l’oggetto prima importante, si annebbierà a sua volta. E poi quel tavolo … possiamo vederlo dal basso, dall’alto, di lato … ” ed ecco, che attraverso la “scrittura “ di linee orizzontali, curve, oblique, si indirizzerà lo sguardo proprio sull’oggetto che ci interessa. Osservare una serie di immagini ci aiuterà a comprendere il senso di quanto detto. Se poi l’immagine è strutturata in modo geometrico, saremo portati ad interessarci tra i tanti, ad un solo oggetto/prodotto. Mettiamo ad esempio un paio di scarpe, se saranno poste al vertice di una composizione a triangolo, o al centro di una immagine a cerchio, avremo un senso di stabilità. E quelle scarpe diventeranno improvvisamente sicure, ma non dovranno mai essere accompagnate da linee oblique che vanno verso il basso, che creano invece tensione o instabilità. Le stesse linee oblique che rappresentano prodotti in evoluzione o forieri di progresso, nonché movimento e dinamismo quando sono rivolte verso l’alto. Linee usate generalmente per promuovere sport, annessi e connessi. Le linee rette invece, evocano precisione, modernità, chiarezza ordine. Sono generalmente usate per guidare lo sguardo verso l’evento o l’oggetto da promuovere rendendolo affidabile e nel contempo innovativo.​Le linee curve, tra i tanti modi in cui vengono usate rispondono alla natura femminile, alla calma, serenità, eleganza e bellezza. Positività e accoglienza. Cercarli nelle immagini fotografiche o televisive, diventa un gioco entusiasmante. Si trovano facilmente dovunque si parli di benessere, relax, confort, o semplicemente bellezza ed eleganza. Facciamo un esempio di pubblicità: Un detersivo che diventa protagonista di una favola a lieto fine, moderna, votata alla ecologia, il lavoro come piacere e non frustrazione, leggerezza e non fatica, profumo di pulito e sensazione di benessere. Come ottenere tutto questo? Linee curve e colori: Giallo che comunica Ottimismo Allegria- Arancio: Entusiasmo, Azione, Dinamismo- Rosso: spesso usato anche per le offerte speciali, che evoca Passione, Energia (ma quanto è bello lavare?- l’acqua fresca sulle mani…) o anche il Verde che ci immerge nella natura, con il regalo della salute e della tranquillità… Questa piccola analisi della pubblicità che di tante parole ancora avrebbe bisogno, di ricerche approfondite, altro non vuol essere che cercare, mi si perdoni l’accostamento, come fece Gianni Rodari nella sua Grammatica della fantasia , di stimolare la riflessione, la fantasia, la curiosità, il senso critico, per provare ad andare oltre le immagini e scoprire quanto più possibile, l’artificio che ci conduce a scelte condizionate e mirate che invece crediamo totalmente libere. Nadia Farina Concludo con una filastrocca dello stesso Rodari, credo, più chiara di qualunque spiegazione: UNA STRANA MALATTIA.

Concludo con una filastrocca dello stesso Rodari, credo, più chiara di qualunque spiegazione: UNA STRANA MALATTIA

Conoscete quel signore

di via Passadilà?

È impazzito per colpa della pubblicità.

Passeggiando per le strade

leggeva ogni manifesto;

“Con PUM bucato rapido!”

“PIM PAM lava più presto!”

“Un formaggio atomico?

BRIC-BRAC! Orsú provatelo!”

“Il re dei formaggini è BRUC!”

Tosto assaggiatelo!”

Per non far torto a nessuno

di quei bei cartelloni

quel signore comprava

ogni sorta di saponi,

si riempiva la casa

di spaghetti e formaggini,

di fagioli in scatola,

di biscotti e biscottini,

aveva un armadio pieno

di conserva di pomodori,

diciotto frigoriferi

e venti televisori.

Non avendo più posto

in casa per altri acquisti

ha perso la ragione

e vive giorni tristi.

Adesso per guarirlo

gli hanno fatto, all’ospedale,

un manifesto a posta.

di misura eccezionale,

e sopra ci sta sceritto:

“comprate solamente

le cose che vi servono

e vi piacciono veramente!”

Tre o quattro volte al giorno

lo mostrano al malato:

lui lo sa già a memoria…

Ma chissà se l’ha imparato!

Nadia Farina

*** La foto è di un’opera di Nadia Farina- “Il prezzo”

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