Mar. Ott 15th, 2024

Rubedo ovvero la pietra filosofale  detta anche Fase al rosso

La Rubedo, operazione “al rosso”, che va dal rosso all’oro, quella che porta al compimento finale, è l’ultima fase della Grande Opera, è il raggiungimento della pietra filosofale: La città d’oro, incorrotta e incorruttibile, dove abita la grande Sapienza.  E’ la fine del buio, delle tenebre, di quel periodo freddo e oscuro che travolge chi lo attraversa senza alcuna cautela. Alla Rubedo corrispondono l’elemento fuoco- la luce limpida dell’autunno, il tramonto- la maturità. Gli umori collerico e sanguigno si alternano con la fase della Citrinitas. E’ associabile al Sole, simbolo del fuoco  dello Spirito, governatore dell’oro. La materia che si sublima nell’ultima fase della Grande Opera, è simboleggiata dalla Fenice  che rappresenta l’annichilimento e la produzione di nuove sostanze attraverso la metamorfosi:

La Fenice brucia nel fuoco, diventa cenere e rinasce dalle sue ceneri purificate; diventa così,  simbolo legato alla immortalità e alla resurrezione. Simbolo di Gesù nel mondo cristiano. Uccello della felicità,  vola verso l’alto, non tocca mai terra e si nutre dell’abito di Iris, dea dell’arcobaleno, intessuto di gocce di rugiada.

Al mitico uccello, sono collegati il colore Rosso e la Palma, parole traducibili  ambedue con Fenice – Phoenix.

Una curiosità: Il rosso è il più antico dei colori, anche se l’indaco tenta di toglierli il primato. L’uomo preistorico tramandava la storia sulle pareti delle grotte con il rosso, che usava anche per dipingere i volti dei morti al fine di restituire il soffio della vita. Rivestiva inoltre i sepolcri con rami d palma, e Palma, è una parola che in greco si traduce “Rosso”, per indicare la vittoria della vita sulla morte e, non a caso, Gesù fu accolto a Gerusalemme tra rami di palma dopo avere risuscitato Lazzaro.

Ma con rosso si traduce anche Fenice – Poenix, il mitico uccello che rinasce dalle sue ceneri, simbolo del fuoco e della Rubedo.

Viriditas, A volte si sostituisce alla Rubedo –a volte sta tra la Nigredo e l’Albedo. Indica il colore della vegetazione (verde) e della vita. Santa Ildegarda, vissuta agli inizi dell’anno mille, che sarà proclamata Dottore della Chiesa da Sua Santità Benedetto XVI, scrisse di teologia, di filosofia, di morale, di agiografia, di scienza, di medicina, di cosmologia. Autrice di un libro di scienze naturali, attribuiva alla Viriditas –verde, il colore della Natura, lo associa alla sua energia, alla forza vitale (vis/vir –in latino) immessa in tutto il Creato dal soffio divino.

La Viriditas è però presente anche nell’anima dell’uomo, ed è il principio della sua vita. Significa salute. Guardare infatti il colore verde, aiuta la respirazione,  non solo come fatto emotivo, ma attraverso un percorso delle cellule che dagli occhi arrivano ai polmoni, questi si aprono con maggiore facilità, facendo entrare più ossigeno.

Fare un viaggio nella conoscenza del verde, vuol dire mettersi sotto la verde cappa di San Giorgio, protettore dei viaggiatori che vanno incontro alla rinascita e al rinnovamento. Nasce da questo l’importanza della Viriditas per gli alchimisti.

La successione degli elementi era regolata secondo il grado di purezza: Terra- Acqua- Aria- Fuoco e si ripete nella struttura dell’intero cosmo.  Tale successione, ed il passaggio dallo stato Solido, al Liquido, al Vaporoso, al Fuoco, si evidenziava nelle quattro operazioni governate dall’influsso degli astri: Gli alchimisti non potrebbero cominciare alcuna operazione senza essere confortati dall’Astronomia e dalla Astrologia:

Saturno, incarnazione del tempo, e materia prima di tutte le cose metalliche, da cui nascono tutte le cose fredde ed aspre – Giove il gioioso ribollire dei cinque sensi- Marte da cui ha origine il movimento rotatorio – Venere che è Amore e luce- Luna la sostanza del mondo visibile-  Sole, il rappresentante visibile del fuoco divino e dell’amore. Per questa ragione, tra i tanti nomi attribuiti alla Alchimia, vi è quello di Agricoltura celeste, e Coltivatore era il suo operatore.

Alcune sostanze come la Manna, chiamata Rugiada di Maggio, che si raccoglie ancora oggi dalla pianta di frassino, considerata preziosa poiché attraversava l’atmosfera con la pioggia,  per gli alchimisti è segno di avvicinamento alla pietra filosofale. Per i cristiani diventa  la Rugiada Celeste che rappresenta i doni dello Spirito Santo e L’Alga Gelatinosa, detta anche sputo della luna che si trovava sulla terra dopo un acquazzone, servirono come ingredienti per il compimento dell’Opus, nondimeno, vi furono  anche efferati episodi di infanticidio perpetrati da falsi alchimisti, per procurarsi sangue giovane, ritenuto indispensabile alla creazione dell’oro.

 Gli alchimisti attraverso la ricerca della Grande Opera, raggiunsero traguardi coloristici ineguagliabili ( vedi ad esempio il rosso delle vetrate della cattedrale di Chartres, il fuoco greco, perduto per sempre ed altre sostanze ancora oggi usate.

In Alchimia, non esiste cosa che non sia correlata ad altra cosa, tutto era collegato.

L’Universo stesso è un unico grandioso organismo vivente permeato dallo spirito divino  (omne omne est)-Tutto è tutto, ogni cosa è ogni cosa.

Continua…

Nadia Farina

(Nella foto un’Opera di Nadia Farina- La Fenice)

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