Gio. Apr 25th, 2024

Sono autodidatta, studio il lupo da anni, ho letto molti libri al riguardo, seguo diversi naturalisti ed esperti di questo quadrupede, tecnici della fauna selvatica, zoologi. Prossimamente studierò il lupo anche sul campo, sto acquistando video-trappole per intercettarlo e vederlo. Non sarà mai il mio lavoro, lo lascio fare a chi è esperto, ma studiarlo mi appassiona veramente molto. Il lupo è un animale molto schivo che come la maggior parte degli animali selvatici ha paura dell’uomo, su di lui ci sarebbe tanto da dire; sono innamorato del lupo perché è l’emblema della persecuzione che l’essere umano compie da sempre sulla natura. Se il bosco ha uno spirito credo sia quello del lupo e dell’orso. Sto scrivendo anche un libro che tratta di lupi e dell’altro mio amore che sono le tartarughe marine, un animale preistorico vittima della pesca intensiva e dalla plastica, che negli ultimi decenni sta rischiando l’estinzione a causa nostra.

Torniamo al lupo, il Canis Lupus Italicus è una sottospecie del lupo grigio, è predatore in cima alla catena alimentare e per questo è considerato un animale problematico per l’uomo, vittima di disinformazione, retaggio culturale e paure ancestrali demonizzato dalle favole e anche dalle religioni, era presente su quasi tutto il territorio italico (anche in Sicilia ma non la Sardegna)  e fu quasi estinto, soprattutto dall’Ottocento in poi quando i lupari venivano pagati per uccidere più lupi possibili con veleni e trappole.

Il lupo si nutre soprattutto di ungulati come cinghiali e caprioli, dove seleziona le prede con problemi fisici, le prede più anziane o i cuccioli, qui in pianura mangia le nutrie contribuendo a risolvere un problema creato dall’uomo (ricordo che la nutria è un animale alloctono importato dal Sud America come animale da pelliccia negli anni 70). In pianura mangia anche gli scarti dall’allevamento, dai monitoraggi lo si vede stazionare spesso dove gli allevatori (dei tanti allevamenti intensivi) lasciano animali morti e placenta per diversi giorni di fianco all’allevamento. Il lupo mangia anche frutta e verdura.

Il lupo diventa un problema soprattutto quando gli animali sono lasciati incustoditi, diventando una preda “comoda”, in questo modo avanzano di fare fatica a cacciare, anche un cane lasciato solo può diventare una preda. Fu quasi estinto gli ultimi lupi rimasti erano presenti soprattutto in Abruzzo, nel 1971 con la direttiva habitat fu protetto, non fu più considerato nocivo.  Grazie alla fine di questa persecuzione piano piano si ripresero e, attraverso la dispersione (quando hanno due anni lasciano la coppia alfa), si spostarono e colonizzarono nuovi territori. Con la dispersione riescono a fare centinaia di km in poco tempo, sono arrivati fino in Francia, hanno popolato tutto l’Appennino e ultimamente  stanno raggiugendo molti territori delle Alpi incontrandosi anche con lupi al di fuori del confine italiano. I lupi non hanno confini territoriali, grazie al monitoraggio si è capito che per spostarsi attraversano anche strade molto trafficate come autostrade, passano sui ponti…  Il lupo ha paura dell’uomo ma non ha paura degli artefatti dell’uomo come strade, trattori , ecc. ecc.

Ancora oggi nonostante tutte le tecnologie e ricerche di cui disponiamo il lupo è considerato un problema su diversi fronti:

dagli allevatori che non si sono adeguati a recinzioni elettrificate e cani da guardiania (maremmani) e dissuasori, gli allevatori non fanno una vita facile e spesso hanno diverse problematiche legate al lavoro, diciamo che il lupo per loro è la ciliegina sulla torta di diversi problemi che hanno già anche senza il lupo. Grazie ai sistemi di prevenzione molti non hanno più avuto predazioni al bestiame, altri hanno avuto predazioni in misura ridotta; possono fare comunque richiesta di risarcimento, vengono indennizzati per ogni capo andato perso , questo però è una scocciatura perché comunque devono chiamare gli organi competenti, il risarcimento c’è, ma non ripaga tutto il lavoro fatto, anche come notti passate insonni per paura di predazioni.

Dai cacciatori è visto come un competiror, credono che il lupo possa mangiarsi le prede potenzialmente destinate a loro, invece, è stato dimostrato che non è assolutamente vero! Caprioli e cinghiali sono in aumento ovunque nonostante la presenza del lupo. Inoltre si crede erroneamente che il lupo sia la causa dei numerosi branchi di cinghiali che sono presenti in alcune zone dove  ci sono  anche i lupi.  Vivere in branchi è nella natura del cinghiale, e pertanto non rappresenta un adattamento dovuto alla presenza del lupo. Essi hanno un sistema matriarcale come gli elefanti, inoltre ricordo che i cinghiali sono stati reintrodotti ( foraggiandoli anche) in molte zone dagli stessi cacciatori a scopo venatorio, creando una razza  ibrida che è di dimensioni maggiori del classico cinghiale che era presente in Italia.

I cacciatori hanno reintrodotto anche i caprioli che dopo la seconda guerra mondiale li avevano quasi estinti, tra l’altro non il capriolo autoctono (sottospecie italicus), ma il capriolo prelavato da altre zone europee. Ricordo inoltre che il daino (un’altra preda del lupo) è stato invece introdotto all’epoca dei Romani e proviene dal medio oriente.

Per cui a mio avviso il lupo ha tutte le condizioni (anche per colpa dell’uomo) per vivere tranquillamente in ogni parte del territorio italiano. Ma non si riproduce all’infinito, il lupo va in “saturazione”, in mancanza di prede e di nuovi territori non si riproduce più.

Un altro falso problema, sollevato da alcuni (per gettare benzina sul fuoco) è che il lupo abbia  causato l’abbandono dell’uomo dalla montagna. Forse è opportuno sapere che l’abbandono della montagna è iniziato 100 anni fa proprio quando di lupi non c’erano quasi più. L’abbandono, in realtà  è avvenuto per ragioni economiche e per comodità logistica, il lupo negli ultimi decenni ha semplicemente colonizzato zone che erano state già abbandonate, dove i boschi sono ricresciuti e la natura ha preso il posto dell’uomo che nel frattempo ha preferito una vita da città.

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