Ven. Mar 29th, 2024

7 marzo 2020 ore 20 30 il Presidente del Consiglio dichiara Reggio Emilia , insieme ad altre 11 città tra Lombardia ed Emilia Romagna zone rosse in piena emergenza covid-19.

Reggio Emilia è la città dove vivo insieme alla mia famiglia composta da me, mio marito e due figli maschi , il secondogenito è un ragazzo autistico di 22 anni!

Erano giorni che dalle Tv e dai giornali apprendevamo notizie sconcertanti e molto preoccupanti sull’evoluzione della malattia in Lombardia, e tutto sembrava ancora lontano da noi; e come tutto ciò che non ci appartiene direttamente, non destava neanche grande paura o interesse.

Invece domenica 8 marzo ci svegliamo, e non possiamo più scegliere se passarla in casa o fuori , ma dobbiamo farlo per obbligo di Decreto governativo .

E’ completamente una prospettiva diversa !

Immediatamente sono stata assalita da una domanda ; come farò a spiegare al mio Stefano , che da oggi la sua vita è in locdown se io non riesco a spiegarlo a me stessa ?

Stefano è un ragazzo autistico che convive da sempre con un ritardo cognitivo che ad oggi si caratterizza con un pensiero poco flessibile , un’inconsapevolezza dello scorrere del tempo , con conseguente difficoltà a gestire le azioni quotidiane in autonomia .

In realtà come tutte le paure , che ci assalgono di fronte a qualcosa di cui non abbiamo controllo , a Stefano non è stato necessario spiegare con tante parole .

Ad un autistico, anche se con un linguaggio fluido e pieno, è necessario dare un’informazione precisa e soprattutto, nel caso di mio figlio, non farla passare come un divieto che viene da me!

Essendo tutto sommato una persona positiva, ho lasciato che Stefano acquisisse un ritmo naturale allo scorrere di un tempo vuoto, un ritmo a cui lui giorno dopo giorno, si potesse adattare, indicando lui a noi la strada .

D’altronde noi famiglie speciali con figli speciali, siamo abituati a vivere solitudini e silenzi non solo da parte delle Istituzioni.

Oggi questa stana e atipica esperienza di isolamento sociale, ha catapultato l’umanità in una dimensione che all’autismo, non è completamente sconosciuta e che in qualche maniera ci ha reso tutti disabili .

Oggi tutti noi siamo menomati in quello che maggiormente caratterizza l’essere umano, ovvero la relazione, e tutti noi come facilitatore per il nostro sentire, oltre che per il nostro lavoro, dobbiamo appoggiarci alla tecnologia, attraverso cui cerchiamo, fortifichiamo o rinnoviamo il nostro bisogno naturale di tenerci in contatto.

Tutti siamo chiamati a reinventarci, a ricostruirci anche e soprattutto come essere umani e a far nascere dall’isolamento forzato, nuovi e ancora più forti legami .

Dall’autismo quindi si può imparare, anche in tempo di lockdown imposto a causa del coronavirus!

La resilienza, il “rumore “della solitudine , la possibilità di far nascere , anche nuovi rapporti da uno schermo , o fortificare quelli già esistenti , senza paura ne’ diffidenza, ma affidandosi a quel sentire della “ pancia” e dei sentimenti che forse solo un autistico è capace di leggere e interpretare.

In 22 anni Stefano mi ha esercitato in un ascolto della pancia che mi ha reso una persona libera nel pensiero e soprattutto nell’azione .

Tutto sommato, la smisurata passione e competenza di Stefano, per la tecnologia, lo ha aiutato a misurarsi e sicuramente a reinventare il suo mondo relazionale .

In realtà non è’ mai stato davvero solo!

E’ stato in relazione in un modo diverso e forse più congeniale ai suoi bisogni .

Ha continuato a frequentare U21 attraverso la riprogrammazione on Line, ha incontrato i suoi amici attraverso video chiamate di gruppo, festeggiato compleanni on Line, partecipato attivamente a percorsi molto interessanti costruiti dagli psicologi del Centro ABA , Casa Gioia, che frequenta con grande passione da circa due anni, e oltretutto ha elaborato una considerazione di se stesso e di questo momento, che come spesso accade quando Stefano si dona nelle riflessioni, mi ha lasciato spiazzata .

……”mamma io penso che tutto questo stare in casa , in realtà non sia tanto dannoso per me. Non trovi che io sia abbastanza bravo? Fare tante cose , sempre fuori con gli altri, mi fa agitare e comportare male”

In quel momento ho pensato che lui è la migliore risorsa di se stesso e soprattutto che le nostre preoccupazioni , vengono continuamente ribaltate e messe alla prova dai nostri figli che abituati a dover gestire da sempre la solitudine , a selezionare ciò che possono fare e non possono fare , e non certo per le loro incapacità, ci aiutano a sentirci meno inadeguati e a tollerare meglio ciò che forse non riusciamo mai ad accettare fino in fondo.

Questa è la mia esperienza che non significa certo: – chiudiamo in casa i nostri ragazzi- ; d’altronde chi ci conosce e ha letto la nostra storia in un libro pubblicato dalla “Mreditori” dl titolo “Stefano e il non tempo” che ci racconta quanti percorsi oltre il limite noi abbiamo fatto.

Il mio impegno oltretutto sociale in varie Associazioni, mi porta ad essere molto dispiaciuta del messaggio che il locdown ha dato al mondo, rispetto alla disabilità e a tutte le fragilità che sono state assolutamente dimenticate e che ci vedono impegnati oggi ancora più determinati di prima, affinché vengano immediatamente ripristinati percorsi e progetti , di cui anche il mio Stefano ha il diritto di beneficiare.

Ci sono doveri Istituzionali dei Servizi, che vanno ripristinati e forse ripensati in una dimensione più umana e attenta ai bisogni del singolo soggetto.

Questa Pandemia ci ha fatto piombare in una crisi non solo economica e sociale, ma soprattutto umana, e per chi come me ha investito, grazie alla vita con Stefano, in una missione verso un progetto sociale che vede l’uomo al centro di un sistema come soggetto di diritti e non oggetto da assistere , mi preoccupa moltissimo e mi rattrista vedere una società e i suoi amministratori, preoccuparsi di una ripresa economica al di fuori di un pensiero che metta al centro le persone e i loro bisogni.

Solo il contributo di ognuno può dare pienezza ad una società fortemente inclusiva, dove anche il mio Stefano può divenire opportunità per migliorare una società cieca ed egoista !

Rosa Ruggiero

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