Ven. Mar 29th, 2024

Giungere primi.

In uno sport, in un concorso, nella vita.

Trionfare, guardarsi indietro e vedere gli sconfitti.

Ancora meglio: guardarli dall’alto verso il basso.

Una soddisfazione enorme, enorme perché difficile da raggiungere.

E quel dolce gongolare…

Perché vogliamo arrivare primi?

Di cosa ci ha privato la vita per costringerci a rincorrere l’agognato traguardo?

Ogni giorno dovrebbe essere una piccola grande vittoria perché possiamo andare a letto consapevoli d’aver fatto il nostro dovere e attendere l’alba successiva per viverla a testa alta.

E invece no…

Prendiamo i social, per esempio: molti scrittori esordienti pubblicano screenshots del loro romanzo in classifica.

Anzi, a volte anche più di uno.

A questo punto mi pongo una domanda: quanti libri BISOGNA pubblicare in un anno?

Io ho sempre pensato uno solo, così come una band pubblica un disco all’anno, al massimo due se lo affianca a un best of.

Ma tre, quattro, cinque o addirittura più libri in un anno?

Che senso ha?

Si crea un ingorgo di dimensioni bibliche che nemmeno al casello di Melegnano il 15 agosto…

E in quel marasma è difficile trovare ciò che vale davvero…

Capisco la vena creativa, il proliferare di opere e quant’altro, ma qui si rischia di esagerare.

A volte scorgo le trame di questi libri e… non so, mi sembra sempre la stessa cosa, solo ambientato in luoghi e tempi differenti.

Capisco che chi ama il genere o l’autore/autrice non si lamenterà, così come io non mi lamenterei se i Pink Floyd pubblicassero un disco a settimana, però…

La qualità e la quantità non sono mai andate a braccetto e mi sembra che stiamo aiutando la seconda a vincere sulla prima, e questo non è un bene…

Pochi momenti d’oro valgono più di innumerevoli momenti di piombo, non credete?

Ai posteri, e ai lettori, l’ardua sentenza…

 

Roberto Baldini

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