Mar. Mar 19th, 2024

Era un mondo strano in cui il giallo ed il blu non si fondevano mai nel verde e dove le piante gli alberi, l’erba, erano colorati di rosa, di rosso, di arancio, ma di verde no. Perché erano alberi di plastica.

In quel mondo, si parlava del verde, ma nessuno dei giovani lo aveva mai visto. I vecchi, quelli molto vecchi, ne avevano sentito raccontare dai loro vecchi, dicevano che vederlo aiutava a respirare, a rigenerare lo spirito, che così sorrideva alla calma e alla speranza. Sensazioni e sentimenti che nessuno conosceva più da quando il verde era stato ricoperto di plastica.

Fu così che un giorno arrivò in quel mondo, un omino piccino piccino, talmente piccino, che nessuno si sarebbe mai accorto di lui, se non fosse stato vestito di verde, in un mondo in cui, il verde non c’era.

L’omino piccino piccino era nato da una superstite foglia, di un superstite albero, di quel mondo dove adesso il verde non c’era e aveva viaggiato nell’universo, aveva solcato la via lattea percorrendola tutta, era riuscito a saltellare sulle stelle, aveva anche tentato invano di contarle, ma il bisogno di dare un senso alla sua esistenza, lo portarono nuovamente al mondo da cui proveniva.

La gente incuriosita, non osava toccarlo, lo osservava inginocchiandosi e gli poneva le domande universali “come, perché, dove..”

L’omino osservava, sorrideva e non dava risposte. Aspettava qualcosa? Qualcuno?

E qualcuno arrivò: un’anima pura raccolse l’omino nella sua mano per poggiarlo delicatamente sul ramo di un albero di plastica imprigionato nel cemento.. Poi, prese un piccone e con tutte le forze, spicconò e spicconò il prato rosa, fino a trovare la terra.

L’anima pura, prese l’omino vestito di verde e lo poggiò su una zolla di terra umida e marrone.

Altre anime pure fecero lo stesso. Ad uno ad uno, furono sradicati gli alberi di plastica, i fiori di plastica e la terra tornò alla luce.

L’omino poté guardare il sole baciare la terra, l’acqua bagnare la terra, e assistere alla nascita di un filo d’erba seguito da un altro, un altro , un altro ancora. Adesso non lo vedeva più nessuno ma non aveva importanza, anche una goccia nel mare non si vede, eppure serve al mare.

Quella foglia era del Principe Prezzemolo e da allora in poi, a tutti sembrava di vederlo ovunque..

E fu così che per non dimenticare la sua storia, chi ama la cucina, sostentamento principe dell’uomo, lo mette dappertutto.

Ma che buona è la salsa che accompagna uova sode, bolliti di carne o di pesce:

Io vi do la ricetta così come mi è stata tramandata:

Una noce di mollica di pane, intrisa nell’aceto e ben strizzata, il tuorlo di un uovo sodo, qualche cappero, un paio di acciughe, il succo di un aglio spremuto, parecchio prezzemolo tritato. Un cucchiaio di aceto,se si desidera più forte-  olio. Frullare il tutto che deve avere la consistenza di una salsa fluida e poi… Un attimo sul fuoco, appena un accenno di bollore.

 Far raffreddare e condire di verde, un piatto senza colore.

 

 

Nadia Farina

 

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